Internet pullula di contenuti audiovisivi,che vengono visti e condivisi da un numero sempre crescente di utenti. Basta pensare che nel 2012 sono state consumate ben 3000 ore di video e questo dato è destinato a raddoppiare nel 2013.

Entrati dunque a pieno titolo nel mirino dei marketers, i contenuti audiovisivi sono stai presi d’assalto da diversi tipi di pubblicità, primi fra tutti gli annunci video, considerati dallo studio di Akamai tra i più efficaci.

Lo studio distingue tre tipi di annunci diversi: i pre-roll, visualizzati prima del contenuto, i mid-roll, mostrati durante lo stesso, e post-roll, che appaiono a contenuto completato.

I dati rivelano che gli annunci mid- roll hanno il 18,1% di possibilità di essere visti, rispetto al 14,3% degli annunci pre-roll. Inoltre, gli utenti sono più ricettivi a questo tipo di pubblicità, soprattutto quando il caricamento del video è molto lento oppure quando esiste un limite nei tempi di attesa.

Il miglior modo per “intrufolare” una annuncio pubblicitario in un contenuto audiovisivo è dunque quello di includerlo nel contenuto stesso, anche se, pure in questo caso, gli utenti abbandonano il video molto presto: un terzo lo fa ad un quarto dell’annuncio o prima e due terzi a metà o prima dell’annuncio.

Gli studi, inoltre, non sono stati in grado di verificare se gli utenti vedono realmente il video o se semplicemente lo lasciano scorrere e nel frattempo si dedicano ad altre attività.

I dati degli utenti di Akamai, 65 milioni di telespettatori che consumano 362 milioni di video, con 257 milioni di annunci pubblicitari, concludono affermando che il 97% degli annunci mid-roll e il 74% degli annunci pre-roll vengono visualizzati totalmente.

Ma cosa ne pensano gli utenti?

Questi sono disposti a tollerare tra 1.87 e 2.16 annunci pubblicitari prima o durante i contenuti, e questi numeri si assottigliano notevolmente se si vogliono vedere più video uno dietro l’altro, come spesso accade su YouTube.

La realtà è che il 94% degli utenti salta gli annunci pre-roll, considerati fastidiosi e invadenti quanto i pop-up. L’utente su Internet è alla ricerca di un contenuto specifico, e un annuncio pubblicitario interrompe bruscamente quest’esperienza, rivelandosi ancora più irritante se l’argomento dell’annuncio non ha nulla a che fare con l’utente o con il video che verrà visualizzato subito dopo.

Qual è il problema quindi?

I marketers hanno scelto di adattare un contenuto pubblicitario tipico della televisione ad un mezzo di comunicazione totalmente diverso.

Realmente quindi non siamo capaci di realizzare strategie interessanti adatte alla pubblicità online?

L’inbound marketing potrebbe essere la soluzione anche per i contenuti audiovisivi?